Fare Candele è tutta questione di chimica e fisica, con un pizzico di poesia.
Quando ci si approccia all’arte delle candele artistiche si devono tenere in considerazione diversi fattori.
La qualità della cera, il tipo di stoppino, eventuali additivi, le fragranze, i colori.
Si uniscono queste componenti, facendo dei test per rilevare la compatibilità degli elementi scelti, per andare a realizzare il prodotto che desideriamo creare.
Quando la candela ha preso forma, non resta che fare una cosa: accenderla.
Cosa succede in questo momento a livello chimico-fisico, quando si dà vita alla fiamma della candela?
Questo è un argomento che ad oggi affascina ancora tanti scienziati e studiosi.
In una candela si dice siano racchiusi tutti e quattro gli elementi:
Il fuoco nella fiamma
La terra nello stoppino
L’acqua per la cera
L’aria nel fumo che si sprigiona
Michael Faraday – Le Candele come esperimento scientifico
Michael Faraday è stato uno chimico-fisico che nell’Ottocento del secolo scorso si è dedicato allo studio delle candele.
Importantissimo il suo lascito “Storia chimica di una candela“, che continua anche oggi ad essere il punto di riferimento nello studio di questo oggetto così semplice e così affascinante.
Egli sosteneva che in una candela fossero intrinseche le leggi che regolano tutto l’Universo.
Realizzò addirittura sei conferenze dedicate a questo argomento.
Ne riporto i titoli, così da illustrare i temi principali delle sue esposizioni:
- Prima conferenza. Una candela: la fiamma, di cosa è fatta, la sua struttura, la mobilità e lo splendore.
- Seconda conferenza. Splendore della fiamma di una candela, l’aria necessaria per la combustione, la produzione di acqua.
- Terza conferenza. Prodotti: l’acqua dalla combustione, la natura dell’acqua, un composto, l’idrogeno.
- Quarta conferenza. L’idrogeno nella candela, bruciando si trasforma in acqua, l’altro elemento dell’acqua, l’ossigeno.
- Quinta Conferenza. L’ossigeno presente nell’aria, la natura dell’atmosfera, sue proprietà, altri prodotti della candela, l’acido carbonico, sue proprietà.
- Sesta Conferenza. Il carbonio o carbone di legna, gas proveniente dal carbon fossile, la respirazione e la sua analogia con la combustione della candela, conclusione.
La cera (elemento acqua) è considerata come materia solida, che si trasforma in fiamma mobile (elemento fuoco), scompare poi davanti all’occhio dell’osservatore, si ritrasforma infine in anidride carbonica e vapore acqueo.
«Non c’è una sola legge, secondo la quale sia governata una qualsiasi parte di questo universo, che non entri in gioco e sia coinvolta in tali fenomeni. Non esiste una porta migliore e più ampia, attraverso la quale potete entrare nello studio della filosofia naturale, di quella che porta a considerare i fenomeni fisici che avvengono in una candela».
Anche Leonardo Da Vinci non era rimasto esente dal fascino della fiamma di una candela.
Mettendo essa davanti al Sole, ci si rende conto che la fiamma ha un’ombra scura circondata come da una corrente d’aria che le fornisce la forma allungata che tutti conosciamo. Ciò che rende brillante la fiamma sono i micro-corpuscoli di carbone.
Il processo chimico per la creazione di una candela artistica
Arriviamo a scendere ancora più nel dettaglio su come si dà vita ad una candela artistica.
Cosa fa scaturire la fiamma della candela?
La cera si trasforma in gas entrando in contatto con la fiamma. Le molecole si dividono e trasformandosi grazie al contatto con l’ossigeno, generano calore e luce.
La forma della fiamma che propende verso l’alto è data dalla corrente d’aria riscaldata che sale verso l’alto, sostituita dalla corrente fredda che si muove verso il basso creando un ricircolo continuo.
Durante la combustione inoltre la parte centrale si scioglie sempre prima di quella esterna, e anche questo accade grazie allo stesso principio della corrente d’aria che si muove lungo i bordi verso l’alto andando quindi a raffreddare la parte più esterna.
La fiamma e i suoi colori
Se è vero che in una candela ci sono tutte le leggi dell’Universo, non possiamo non immaginarci che la fiamma racchiuda all’interno diversi tipi di colori, legati agli elementi che contiene all’interno.
Esiste una parte blu legata rappresentata dalla presenza dell’ossigeno. In questa parte le molecole di idrocarburi si rompono diventando singoli atomi. L’idrogeno che è il primo a separarsi, reagisce a contatto con l’ossigeno producendo acqua, o meglio vapore acqueo.
Alla parte blu si aggiunge la parte arancione in cui il carbonio comincia la sua combustione combinandosi con il vapore acqueo di prima.
Infine esiste una parte gialla, quella che occupa la superficie maggiore, che ha la concentrazione di carbonio più alta e la sua combustione si proietta lungo tutta la parte che il nostro occhio normalmente tende a rilevare.
«Di certo, tutto ciò che posso dirvi al termine di queste conferenze (perché, prima o poi, dobbiamo arrivare ad una conclusione), è che voglio esprimere il mio augurio che voi possiate, nella vostra vita, essere paragonati a una candela; che possiate brillare come essa, con una luce che illumini coloro che vi circondano; che in tutte le vostre azioni voi possiate testimoniare la bellezza della candela, comportandovi in modo onorevole e valido allo scopo di fare il vostro dovere nei confronti dei vostri simili».