È un parco storico monumentale situato nel cuore di Firenze, nato come spazio verde di Palazzo Pitti.

Considerato uno dei più importanti esempi di giardino all’italiana, si può considerare grazie alle opere che accogli all’interno, un vero e proprio museo all’aperto

Ospita all’interno una interessante impostazione architettonico-paesaggistica e sculture che vanno dal periodo romano sino al XX secolo, su un’area di circa 45.000 m².

Nel 2013 è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità.

Fu realizzato tra il XVI e il XIX secolo prima per volere della famiglia Medici, poi dagli Asburgo-Lorena e infine dai Savoia.

Perché si chiama Giardino di Boboli?

Il nome Boboli probabilmente nasce da una contrazione linguistica del cognome “Borgolo” o “Borgoli”, la cui famiglia aveva possedimenti terrieri in questa zona. 

Nome di luogo che a sua volta prende il nome da “borgo”, ad indicare un agglomerato di case.

Nel centro di Firenze, infatti, sono ancora ad oggi presenti delle zone che riportano il nome borgo, come Borgo Ognissanti, Borgo Albizi, Borgo Pinti, Borgo La Croce, Borgo San Jacopo e via dicendo.

Proprio ad indicare delle zone abitate ben definite. 

Più precisamente si definisce “borgo” il nome di una strada nella Firenze dell’altomedioevo, che esce da una porta cittadina della vecchia cerchia, lungo la quale si iniziano poi ad edificare case ed edifici.

I terreni di cui sopra vennero acquistati dalla facoltosa famiglia Pitti nel 1418, da cui poi prese il nome il palazzo: Palazzo Pitti.

 A seguito divenuto la residenza della famiglia Medici.

 

Particolare della Giardino di Buboli

Quali opere si trovano nel Giardino di Boboli?

 

Una delle opere più incredibili è senz’altro l’Obelisco Egizio, arrivato nel Giardino nel 1788 per volere di Pietro Leopoldo. 

Per tanto tempo è rimasto uno dei monumenti più antichi di tutta la Toscana, poiché risale al 1500 a.C. 

Fu l’imperatore Domiziano a trasferirlo a Roma dall’Egitto, per collocarlo presso il Tempio di Iside. In un secondo momento fu trasferito a Villa Medici a Roma e infine nel Giardino di Boboli.

Si trova al centro dell’Anfiteatro, considerato uno dei luoghi più suggestivi del parco.

Palazzo Pitti fu realizzato grazie alla pietra prelevata da uno dei punti più alti della collina di Boboli, dove ad oggi è ubicato l’Anfiteatro.

Nel progetto iniziale erano infatti previsti boschi, poi idea scartata perché grazie agli scavi si era ricreata una naturale predisposizione alla forma di un anfiteatro.

Il Giardino era spesso utilizzato per accogliere giochi d’acqua, spettacoli e rappresentazioni teatrali che intrattenevano la nobiltà. Per questo furono appositamente realizzate le gradinate nel 1599.

Oltre questo spazio si trova un’altra straordinaria opera d’arte: la Fontana della Forchetta.

Così chiamata dagli ironici fiorentini, per via del tridente impugnato dal Dio Nettuno.

Si tratta infatti del Bacino del Nettuno, realizzato per raccogliere le acque che alimentano tutto il Giardino di Boboli. Ai lati è impreziosito da splendide statue di età romana.

Andando avanti nell’esplorazione del Giardino, si trova un edificio in stile rococò: il Kaffeehaus.

Impossibile non rimanere estasiati da questa torretta, realizzata nel 1776 per volere di Pietro Leopoldo, dove era solito accogliere gli ospiti offrendo prelibate degustazioni di caffè e cioccolate come ristoro dalla faticosa vita di corte.

Sempre rimanendo sul tema degli edifici presenti nel Giardino, devo citare la maestosa Limonaiasettecentesca o “Stanzone degli Agrumi”, perfettamente conservato nei secoli e ancora funzionante, adibito ad accogliere le collezioni di agrumi di cui i Medici erano grandi estimatori.

Si contano circa cinquecento conche e varietà, tra aranci amari, limoni, limoncelli, ibridi e cedri.

Tra quelli più significativi e caratteristici cito il “citrus medica florentina”, ovvero il cedro di Firenze. Frutto dalle dimensioni medio-piccole, profumatissimo, fu introdotto nella seconda metà del 1600.

Gli agrumi erano particolarmente cari alla famiglia Medici, tanto da farli raffigurare spesso anche nei dipinti, come nella Nascita di Venere di Botticelli. Erano infatti considerati un vero e proprio emblema mediceoper l’assonanza tra il nome della famiglia e il nome con cui venivano chiamate queste piante, “mala medica”.

Il nome “mala medica” deriva da “mela proveninete dalla Media” poiché Media era una antica regione dell’Asia Minore, da cui abbiamo ereditato gli agrumi grazie ai romani.

Per concludere vi lascio ai profumi e alla dolcezza del Giardino del Cavaliere.

La parte dedicata ad una infinita e stupefacente varietà di rose, che quando sono tutte in fiore, ci inebriamo del loro inconfondibile e raffinato profumo.

Da questa parte ci si affaccia sui dolci colli fiorentini, questo spazio fu progettato da Michelangelo nel 1529.

Inizialmente adibito alla coltivazione di piante officinali, accolse poi quella di fiori rari quando fu trasformato in giardino segreto tramite la realizzazione di un’altra cinta muraria, per accogliere infine innumerevoli varietà di rose.

Ancora oggi è considerato un gioiello e zona di maggiore interesse di tutto il Giardino di Boboli.

Su queste straordinarie note fiorite, agrumate ed erbacee nasce la fragranza “Alchimia di Agrumi”.

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